giovedì 17 febbraio 2011

Fragolino l'ambientalista

Il mare di solito è calmo, attorno all'Isola Torretta, e il faro sugli scogli di notte si distingue molto bene anche dall'orizzonte, poiché le navi passando, riescono ad individuare la terra ferma. Alla base del faro, c'è uno strapiombo che cade giù in picchiata dentro l'acqua, fino a raggiungere la profondità di trenta metri. Nei fondali, sotto la barriera corallina, vivono tante specie di pesci e tra queste la mia famiglia composta da mio padre Albert, mia madre Rosa, la mia sorellina Zilli ed io che mi chiamo Fragolino e facciamo parte della spesie dei Pagello. Io mi chiamo in questo modo perchè il colore delle mie squame da l'idea del colore rosaceo della fragola. Amo molto la mia casa, e anche l'ambiente in cui vivo, tranquillo e silenzioso. Noi da queste parti andiamo fieri della nostra prateria dove spesso papà ci porta a giocare, d'estate quando le correnti si muovono nei versi opposti e ci sentiamo dondolare tutto il giorno; è' una bella sensazione essere cullati dal mare. L'altro motivo d'orgoglio è la Posidonia. Questa è una pianta endemica del Mediterraneo (cioè appartenete a questo particolare territorio), formata da lunghe foglie nastriformi riunite in fasci. Le foglie più giovani sono al centro, sono di una colorazione verde chiara, mentre quelle più vecchie acquisiscono una tonalità verde scuro e brunastro. A noi piace giocare a nascondino tra le foglie, e poi quando mia sorella non mi trova, perchè io amo la mimetizzazione, per evitare che cominci a piangere mi lascio trovare, per farla vincere, infatti non amo sentirla piagnucolare tutto il giorno, e perché poi papà e mamma darebbero ragione a lei con la scusa che è più piccola; ed io preferisco l'umiliazione della perdita che una pinnata di mio padre. 
Quando andiamo a scuola invece questo è meno bello perchè non sopporto di stare seduto tutta la mattinata a sentire il maestro Toniello, che comincia a raccontare tutta la sua vita, anzichè parlarci della storia del mondo e della geografia dei continenti. Ma poi finalmente suona la campana e noi nuotiamo via dalla scuola per iniziare una nuova avventura verso "i mari sconosciuti" della nostra immaginazione. 
Questo è tutto ciò che ricordo prima del grande buio, che ha invaso la mia città e sterminato la mia famiglia. Ma siccome ora ho deciso di raccontare, vorrei partire dal principio di questa catastrofe "innaturale" che sicuramente poteva essere evitata, se quegli strani apparecchi non fossero mai arrivati qui da noi.
Avevo nove anni ed era il giorno del compleanno di mia sorella ed io mi ero deciso di farle un  regalo Straordinario, ma non sapevo cosa; quindi andai dal negoziante di oggetti strani per acquistare uno di quegli articoli, che quando scarti il regalo diventi il più figo della festa perchè nessuno avrebbe mai pensato lo stesso.
Avrei dovuto attraversare tante strade trafficate, nuotare per almeno mezz'ora ed arrivare a destinazione ... ma ad un certo punto ho sentito un boato, un'esplosione forte sicuramente più forte dei rumori che faccio io quando mangio  un po' troppo e mamma mi dice che sembro una bomba a orologeria che "non si sa quando esplode". Non ero lontano da casa e sentivo le grida di mia madre che ci chiamava disperatamente, ma io non vedevo nulla e inoltre il mio corpo era intriso di una sostanza nera che non mi permetteva di nuotare libero e avevo un respiro irregolare ... Avevo paura!! 

Fragolino dove sei? - gridava mia madre ed io tentavo di rispondere - sono qu ...  ma persi i sensi. 

Ora mi ritrovo in un'altra città marina e vivo con Ginella e Rosino due pesci che mi hanno salvato da quella situazione che mi separò definitivamente da mio padre da mia madre e dalla mia sorellina che quel giorno avrebbe compiuto cinque anni. Dopo tanto tempo, crescendo, (nel ricordo delle passeggiate in prateria, dei rimproveri di papà, delle torte che mamma preparava in cucina, inebriando tutta la casa di odori delicati e della mia sorellina che il Petrolio ha rubato alla mia vista), grazie anche ai miei due amici pesci che fanno parte della specie dell'ombrina, ho scoperto e capito una cosa fondamentale. Si può vivere sereni in una città finchè l'uomo non decide di esserne padrone ad ogni costo. Fu l'ultima volta che vidi quel buio, e fu l'ultima volta che sentii su di me quella oliosa sostanza che si chiama petrolio, ma una cosa è sicura, da grande studierò per diventare un'ambientalista e salvare il mare dall'uomo e forse anche l'uomo da se stesso.

1 commento:

  1. Che cosa possiamo fare noi per "fragolino l'ambientalista" e per tutti i fragolino dei mari???
    Innanzitutto NON inquinare le acque e se questo dovesse succedere come è successo l'11 gennaio a Porto Torres, dobbiamo parlarne e rendere pubblica la notizia.
    Farlo sapere a tutti come se dovessimo dare ai nostri amici una notizia su noi stessi.
    Il silenzio in situazioni come questa è molto pericoloso.

    RispondiElimina