venerdì 18 febbraio 2011

La fabbrica di Filippo

In una fabbrica, comincia la crisi e tutti gli operai vengono chiamati ad uno ad uno per informarli dei motivi per cui avrebbero dovuto lasciare il lavoro. Il direttore generale, l'ingegner Marino, spiega che la fabbrica avrebbe dovuto chiudere per mancanza di ideali.
Un operaio, Filippo, vuole capire e chiede subito spiegazioni esigendo l'elenco degli ideali mancanti, provocatori di una tale crisi generale. Il direttore, rimane interdetto poi si alza e dice: "ecco l'ideale che manca, il silenzio e l'obbedienza". L'operaio non aspetta la conclusione della frase, ma prende le sue cose, si gira e chiude dietro di se la porta facendola sbattere, in un modo così violento che le pareti della stanza vibrano per qualche secondo.
Filippo torna a casa, dalla sua famiglia con gli occhi lucidi e lo sguardo perso nel vuoto, come se tutto fosse un brutto incubo, e trova sua figlia Giovanna, seduta su una sedia di legno, accanto alla finestra, che affaccia, sulla strada secondaria, che conduce al bar dove lavora, per pagarsi gli studi alla facoltà di psicologia (perché da grande vorrebbe essere una criminologa). Michelina, la figlia più piccola, (Filippo ha tre figli un maschio, Antonio di 27 anni, Giovanna di 30 e Michelina di 8), appena lo vede rientrare gli salta addosso e con un balzo gli arriva al collo con una morsa tale che quasi lo soffoca facendogli perdere l'equilibrio. Ciao amore - dice il papà cercando di camuffare il suo volto sconvolto con un sorriso forzato - come è andata oggi a scuola? La piccola con aria fiera corre in camera prende un foglio e mostra al padre un disegno che rappresenta la sua famiglia. Ecco qua tutti noi - disse la bambina - io, tu, Antonio, Giovanna e .... (la bambina ammutolisce,) ... e la mamma - aggiunge Filippo. Giovanna che ancora seduta alla finestra, cercava di capire come mai il barista l'aveva licenziata in tronco senza spiegazioni, reagisce bruscamente, ricordando a tutti con aria tagliente e gelida che la mamma non c'era più, era morta. Michelina si spegne, il suo sorriso si eclissa e prende la mano del papà per cercare conforto e conferma. La mamma non è morta - una voce entra dalla porta d'ingresso, era quella di Antonio che intanto tornava a casa, dopo una giornata di duro lavoro al cantiere - ma è andata in cielo con gli angeli e sta in buona compagnia. Se tu le parli lei ti ascolta ed è contenta. La mamma era morta un anno prima per un errore medico, malasanità e incoscienza professionale.

Nella strada parallela c'è una villa, dove vive un uomo solo. Anche lui rientra dopo una giornata piena e finalmente, si toglie il soprabito, si sfila le scarpe e indossa un paio di pantofole blu scuro e si prepara un goccio di buona grappa, mentre accende la televisione, un sigaro per rilassarsi e dimenticare la giornata passata. Nella sua casa non c'è nulla di nuovo, ogni cosa sa di vecchio e putrido, accanto al televisore c'è un mobiletto e sullo stesso, una foto incorniciata che riporta un ricordo molto bello della sua vita ... la sua famiglia. Lui, sua moglie, e una bambina, che ormai non vede da quattro anni perché sua moglie ha chiesto il divorzio dopo che per anni, quando tornava a casa ubriaco la picchiava anche davanti alla bambina. L'uomo prende il telefono e comincia a chiamare degli amici perché sta solo e vuole organizzare una festa notturna per non pensare. Comincia la festa tra risate e musica fino a notte fonda, poi torna il silenzio e lui va al letto sperando di non dover fare i conti con la propria coscienza, poiché sa bene che questa condizione di solitudine è solo colpa sua e della sua abitudine a bere come una spugna.
Il giorno dopo è una bella giornata e Filippo decide comunque di non arrendersi e prende l'auto per portare la famiglia a fare una passeggiata al laghetto che si trova ad un'ora di macchina da casa. Mentre è in viaggio riceve una chiamata. Un amico d'infanzia che ha aperto un'officina meccanica cerca un operaio e gli racconta che la notte aveva sognato il suo amico Filippo e quindi chiede a lui se vuole lavorare nell'officina.

Intanto l'uomo della villa esce anche lui per andare a lavoro ancora stonato a causa della notte brava, passata con gli amici notturni e anche lui riceve una telefonata di lavoro. La voce femminile dall'altra parte dell'apparecchio dice: "gli operai hanno occupato la fabbrica Ingegner Marini".

Filippo dopo diversi anni riacquisterà la fabbrica da dove era stato licenziato e gli operai ancora oggi lo chiamano "il padre premuroso". Marini, si dice che sia partito, per un viaggio ma ancora non è tornato!!!!

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