sabato 19 marzo 2011

La luna e Nicolino


C'era una volta tanto tempo fa in un piccolo paese di periferia, dove tutti vivevano nelle baracche fatte di lamiera e plastica, un bambino che sognava di diventare astronauta. 

Un giorno mentre rifletteva sul suo sogno la luna lo vide lì nell'angolo più buio bella stanza e commossa decise di parlargli. 
 - Ei piccolo come ti chiami? -  
Il bambino un po intimorito cercò di capire da dove venisse quella voce e cominciò a scrutare ogni angolo della sua stanza cercando di intuire con l'udito da quale parte fosse arrivato quel suono di voce calma e dolce. Sono qui - disse la luna - alla finestra e ti guardo.
Ma fuori dalla finestra il piccolo non vide nessuno e pensando che potesse essere uno scherzo dei suoi amici che lo prendevano sempre in giro per la sua condizione di salute, continuò a giocare con i suoi sogni e a fare capriole nel cuore. 
Ma insomma - disse la luna un po infastidita - non mi vedi?. 
Il bambino si fece triste e disse << no non ti vedo non posso vederti io non vedo nulla! Ma chi sei e cosa vuoi?>>. 
La luna si fece triste e capì che veramente il bambino non poteva vederla perché cercava la voce ma guardava da tutt'altra parte. 
Io sono la luna - disse la luna - e ti ho notato nell'angolo più buio della tua stanza. Ma che fai lì. 
Questo è l'angolo dei miei sogni - disse il bambino - e sempre mi fermo qui la sera a fare il sogno più bello che ho nel cuore, diventare astronauta per venire da te. 
Da me?! - esclamò la luna - a fare cosa?! 
Io cara luna - riprese il bambino - vorrei venire da te perché mi hanno detto che dalle parti tue il mondo si vede più piccolo. 
Si! - disse la luna sorridendo - è più piccolo e meno complicato. 
Ecco appunto - ribattee il bambino - penso che venendo da te non mi dovrò preoccupare della mia condizione. 
A quel punto la luna osò porre una domanda:<< cosa hai fatto?>>. 
Io - rispose tranquillamente il bambino - sono ceco dalla nascita e non posso più camminare (una lieve luce della luna illuminò la ruota della sua carrozzella) e sono in questa posizione da molto tempo. Non posso correre con i  miei amici e io amo correre nei prati che profumano di erba dopo una pioggia torrenziale; invece se vengo da te potrò volare. 
A quel punto la luna commossa  disse << senti piccolo intanto come ti chiami?>>. Io mi chiamo Nicolino disse il piccolo. Bene Nicolino io posso esaudirti ma sai bene che se vieni da me tu non potrai più tornare a casa tua starai sempre con me per tutta la vita. 
Il ragazzino, moro riccio e con gli occhioni grigi come il mare d'inverno dopo un attimo di insicurezza rispose deciso: << Va bene vengo con te ho voglia di volare>>. 
La luna allungo la mano e lo prese con se e il bambino non credeva ai suoi occhi finalmente volava felice senza la sua carrozzella e la luce della luna aveva anche guarito la sua vista. 
Dopo tanti anni si scopri che quel bambino era diventato cieco perché aveva vissuto sempre nel buio e paralitico perché nessuno gli aveva insegnato l'arte del cammino. Da quella notte la luna ha gli occhi e la bocca, ma devi osservarla bene; e corre attorno alla terra come un bambino che vola sui prati fatti d'erba che profuma come dopo una pioggia torrentizia

Se vuoi camminare nella vita devi avere due fortune, chi ti insegna a guardare sempre dove metti i piedi e chi ti rialza quando cadi.

venerdì 25 febbraio 2011

Dedicato a Giancarlo Siani e al giornalismo libero ...


In Italia, oggi più che mai, viviamo nel tempo delle censure.

I dati sono sconcertanti; infatti rispetto al triennio 2006-2008, che riportava casi di censura violenta nell'ordine di una sessantina (in media 20 all'anno), solo nel 2009 contiamo 53 casi cifra che fa pensare e che pesa molto, in un paese libero che dovrebbe costituirsi in democrazia e non in "monarchia privata dei pochi". (Vedi Ossigeno per l'informazione), “ le modalità delle violenze variano dalle ‘classiche’ aggressioni fisiche alle più attuali via lettera o telefono. Ma nell’epoca di internet non potevano mancare anche quelle via web. Le meno conosciute restano le censure ottenute per via giudiziaria. Giornalisti e giornali vengono citati in Tribunale – in sede civile – per abnormi richieste di risarcimento in denaro, con un’evidente mancanza di proporzione tra il presunto danno subito e le capacità economiche del giornale o del giornalista. Tutto questo ancor prima che il dolo venga accertato in sede penale.
A volte sulla strada dei cronisti si frappongono anche ostacoli inaspettati. Capita che magistrati risentiti per fughe di notizie – spesso provenienti dalla stessa magistratura – mettano sotto inchiesta gli stessi giornalisti, impedendone il lavoro con perquisizioni e sequestri. Ma la visione resta comunque incompleta, poiché molte intimidazioni e minacce non vengono nemmeno denunciate, rimangono sommerse, insomma restano senza Ossigeno”.

Certo sicuramente c’è necessità di fare una netta differenza, tra l’informazione, legata a indagini (provocate da presunto reato) e l’informazione del fango che spesso viene utilizzata, non per screditare la notizia ma per ridurre a sterco la persona (come se la vita di un uomo o di una donna fosse legata a doppio filo tra pubblico e privato). L’esempio è quello delle mura domestiche. Se in casa propria si vuole organizzare una festa, bere un po’ di più per rendere tutto meno “noioso” quello non è un reato. Ma se oltre a quel litro di vino io ci aggiungo una sniffata di coca allora il gioco cambia. Ma perché allora?
Perché in Italia produrre vino e rimanere a casa fino a tardi attorno ad un tavolo a giocare a “padrone e sotto” fino a consumare una damigiana di vino rosso (predisponendo delle camere per dormire, perchè non si può viaggiare ubriachi), non è un reato. Ma se faccio consumo di droghe quello si che è reato per due motivi. Primo perché la droga non la trovi al fruttivendolo a meno che la frutta non venga da luoghi già sospetti, e quindi la devi andare a comprare al “droghiere” che mette la sua bancarella ovunque. Il secondo motivo è molto più semplice e conseguente al primo. Il “droghiere” da bancarella non produce polvere bianca ma a sua volta va a fare spesa all’ingrosso. Quindi di conseguenza, i tuoi soldi vanno all’ingrosso non rimangono al droghiere. E come sappiamo bene all’ingrosso trovi tanti prodotti ad esempio i “fischi abbotti”.
Quando un’informazione di questo tipo arriva al giornalista lui fa semplicemente il suo lavoro … informare la comunità con un articolo o con una serie di servizi, rispettando la privacy del reo ma aiutando una città a prendere consapevolezza che il sottotitolo del proprio nome non è (paese perfetto) ma “paese dei balocchi”, dove tutto quello che non vedi c’è, anche se non lo tocchi.  
Dedicato a Giancarlo Siani cronista de “Il Mattino” (ucciso a causa del suo lavoro) e a tutti i giornalisti e giornaliste che fanno il loro mestiere, anche quando ricevono pressioni e minacce da tutte le parti “persino dentro casa”.

lunedì 21 febbraio 2011

C'era una volta tanto tempo fa ... ma ancora oggi ... la riconosci.


La riconosci dal fetore della sua essenza
piccola o grande è senza presenza
c'è ma non esiste
se tu la chiami lei sparisce.

Povera bella città incantata
che cerchi la vita ma sei condannata
lei ti consuma da dentro ti ferisce
non ti appartiene ma si inserisce.

Da tempo ti calpesta
dal tacco alla testa
tu la rifiuti disperato
ma lei conosce il tuo debole lato.

Non prende nulla direttamente
si serve di te e della tua mente
la tua poltrona prende continuamente
ti illude di comandare ma tutto si riprende

Con lei la tua vita è morta all'istante
se non decidi di aprir la mente
s'approfitta della tua paura
 m'ha terrore della cultura.

L'informazione la può fermare
seriamente rallentare
la solitudine è da evitare
la compagnia privilegiare

Tante vittime ha seminato
per la strada del reato
uomini che han scavato
oltre il silenzio partecipato

Apri gli occhi e guarisci la vista
esci dal vuoto di casa nostra
il vento soffia adesso più che prima
siamo pronti a salire fino in cima.

venerdì 18 febbraio 2011

La fabbrica di Filippo

In una fabbrica, comincia la crisi e tutti gli operai vengono chiamati ad uno ad uno per informarli dei motivi per cui avrebbero dovuto lasciare il lavoro. Il direttore generale, l'ingegner Marino, spiega che la fabbrica avrebbe dovuto chiudere per mancanza di ideali.
Un operaio, Filippo, vuole capire e chiede subito spiegazioni esigendo l'elenco degli ideali mancanti, provocatori di una tale crisi generale. Il direttore, rimane interdetto poi si alza e dice: "ecco l'ideale che manca, il silenzio e l'obbedienza". L'operaio non aspetta la conclusione della frase, ma prende le sue cose, si gira e chiude dietro di se la porta facendola sbattere, in un modo così violento che le pareti della stanza vibrano per qualche secondo.
Filippo torna a casa, dalla sua famiglia con gli occhi lucidi e lo sguardo perso nel vuoto, come se tutto fosse un brutto incubo, e trova sua figlia Giovanna, seduta su una sedia di legno, accanto alla finestra, che affaccia, sulla strada secondaria, che conduce al bar dove lavora, per pagarsi gli studi alla facoltà di psicologia (perché da grande vorrebbe essere una criminologa). Michelina, la figlia più piccola, (Filippo ha tre figli un maschio, Antonio di 27 anni, Giovanna di 30 e Michelina di 8), appena lo vede rientrare gli salta addosso e con un balzo gli arriva al collo con una morsa tale che quasi lo soffoca facendogli perdere l'equilibrio. Ciao amore - dice il papà cercando di camuffare il suo volto sconvolto con un sorriso forzato - come è andata oggi a scuola? La piccola con aria fiera corre in camera prende un foglio e mostra al padre un disegno che rappresenta la sua famiglia. Ecco qua tutti noi - disse la bambina - io, tu, Antonio, Giovanna e .... (la bambina ammutolisce,) ... e la mamma - aggiunge Filippo. Giovanna che ancora seduta alla finestra, cercava di capire come mai il barista l'aveva licenziata in tronco senza spiegazioni, reagisce bruscamente, ricordando a tutti con aria tagliente e gelida che la mamma non c'era più, era morta. Michelina si spegne, il suo sorriso si eclissa e prende la mano del papà per cercare conforto e conferma. La mamma non è morta - una voce entra dalla porta d'ingresso, era quella di Antonio che intanto tornava a casa, dopo una giornata di duro lavoro al cantiere - ma è andata in cielo con gli angeli e sta in buona compagnia. Se tu le parli lei ti ascolta ed è contenta. La mamma era morta un anno prima per un errore medico, malasanità e incoscienza professionale.

Nella strada parallela c'è una villa, dove vive un uomo solo. Anche lui rientra dopo una giornata piena e finalmente, si toglie il soprabito, si sfila le scarpe e indossa un paio di pantofole blu scuro e si prepara un goccio di buona grappa, mentre accende la televisione, un sigaro per rilassarsi e dimenticare la giornata passata. Nella sua casa non c'è nulla di nuovo, ogni cosa sa di vecchio e putrido, accanto al televisore c'è un mobiletto e sullo stesso, una foto incorniciata che riporta un ricordo molto bello della sua vita ... la sua famiglia. Lui, sua moglie, e una bambina, che ormai non vede da quattro anni perché sua moglie ha chiesto il divorzio dopo che per anni, quando tornava a casa ubriaco la picchiava anche davanti alla bambina. L'uomo prende il telefono e comincia a chiamare degli amici perché sta solo e vuole organizzare una festa notturna per non pensare. Comincia la festa tra risate e musica fino a notte fonda, poi torna il silenzio e lui va al letto sperando di non dover fare i conti con la propria coscienza, poiché sa bene che questa condizione di solitudine è solo colpa sua e della sua abitudine a bere come una spugna.
Il giorno dopo è una bella giornata e Filippo decide comunque di non arrendersi e prende l'auto per portare la famiglia a fare una passeggiata al laghetto che si trova ad un'ora di macchina da casa. Mentre è in viaggio riceve una chiamata. Un amico d'infanzia che ha aperto un'officina meccanica cerca un operaio e gli racconta che la notte aveva sognato il suo amico Filippo e quindi chiede a lui se vuole lavorare nell'officina.

Intanto l'uomo della villa esce anche lui per andare a lavoro ancora stonato a causa della notte brava, passata con gli amici notturni e anche lui riceve una telefonata di lavoro. La voce femminile dall'altra parte dell'apparecchio dice: "gli operai hanno occupato la fabbrica Ingegner Marini".

Filippo dopo diversi anni riacquisterà la fabbrica da dove era stato licenziato e gli operai ancora oggi lo chiamano "il padre premuroso". Marini, si dice che sia partito, per un viaggio ma ancora non è tornato!!!!

giovedì 17 febbraio 2011

Fragolino l'ambientalista

Il mare di solito è calmo, attorno all'Isola Torretta, e il faro sugli scogli di notte si distingue molto bene anche dall'orizzonte, poiché le navi passando, riescono ad individuare la terra ferma. Alla base del faro, c'è uno strapiombo che cade giù in picchiata dentro l'acqua, fino a raggiungere la profondità di trenta metri. Nei fondali, sotto la barriera corallina, vivono tante specie di pesci e tra queste la mia famiglia composta da mio padre Albert, mia madre Rosa, la mia sorellina Zilli ed io che mi chiamo Fragolino e facciamo parte della spesie dei Pagello. Io mi chiamo in questo modo perchè il colore delle mie squame da l'idea del colore rosaceo della fragola. Amo molto la mia casa, e anche l'ambiente in cui vivo, tranquillo e silenzioso. Noi da queste parti andiamo fieri della nostra prateria dove spesso papà ci porta a giocare, d'estate quando le correnti si muovono nei versi opposti e ci sentiamo dondolare tutto il giorno; è' una bella sensazione essere cullati dal mare. L'altro motivo d'orgoglio è la Posidonia. Questa è una pianta endemica del Mediterraneo (cioè appartenete a questo particolare territorio), formata da lunghe foglie nastriformi riunite in fasci. Le foglie più giovani sono al centro, sono di una colorazione verde chiara, mentre quelle più vecchie acquisiscono una tonalità verde scuro e brunastro. A noi piace giocare a nascondino tra le foglie, e poi quando mia sorella non mi trova, perchè io amo la mimetizzazione, per evitare che cominci a piangere mi lascio trovare, per farla vincere, infatti non amo sentirla piagnucolare tutto il giorno, e perché poi papà e mamma darebbero ragione a lei con la scusa che è più piccola; ed io preferisco l'umiliazione della perdita che una pinnata di mio padre. 
Quando andiamo a scuola invece questo è meno bello perchè non sopporto di stare seduto tutta la mattinata a sentire il maestro Toniello, che comincia a raccontare tutta la sua vita, anzichè parlarci della storia del mondo e della geografia dei continenti. Ma poi finalmente suona la campana e noi nuotiamo via dalla scuola per iniziare una nuova avventura verso "i mari sconosciuti" della nostra immaginazione. 
Questo è tutto ciò che ricordo prima del grande buio, che ha invaso la mia città e sterminato la mia famiglia. Ma siccome ora ho deciso di raccontare, vorrei partire dal principio di questa catastrofe "innaturale" che sicuramente poteva essere evitata, se quegli strani apparecchi non fossero mai arrivati qui da noi.
Avevo nove anni ed era il giorno del compleanno di mia sorella ed io mi ero deciso di farle un  regalo Straordinario, ma non sapevo cosa; quindi andai dal negoziante di oggetti strani per acquistare uno di quegli articoli, che quando scarti il regalo diventi il più figo della festa perchè nessuno avrebbe mai pensato lo stesso.
Avrei dovuto attraversare tante strade trafficate, nuotare per almeno mezz'ora ed arrivare a destinazione ... ma ad un certo punto ho sentito un boato, un'esplosione forte sicuramente più forte dei rumori che faccio io quando mangio  un po' troppo e mamma mi dice che sembro una bomba a orologeria che "non si sa quando esplode". Non ero lontano da casa e sentivo le grida di mia madre che ci chiamava disperatamente, ma io non vedevo nulla e inoltre il mio corpo era intriso di una sostanza nera che non mi permetteva di nuotare libero e avevo un respiro irregolare ... Avevo paura!! 

Fragolino dove sei? - gridava mia madre ed io tentavo di rispondere - sono qu ...  ma persi i sensi. 

Ora mi ritrovo in un'altra città marina e vivo con Ginella e Rosino due pesci che mi hanno salvato da quella situazione che mi separò definitivamente da mio padre da mia madre e dalla mia sorellina che quel giorno avrebbe compiuto cinque anni. Dopo tanto tempo, crescendo, (nel ricordo delle passeggiate in prateria, dei rimproveri di papà, delle torte che mamma preparava in cucina, inebriando tutta la casa di odori delicati e della mia sorellina che il Petrolio ha rubato alla mia vista), grazie anche ai miei due amici pesci che fanno parte della specie dell'ombrina, ho scoperto e capito una cosa fondamentale. Si può vivere sereni in una città finchè l'uomo non decide di esserne padrone ad ogni costo. Fu l'ultima volta che vidi quel buio, e fu l'ultima volta che sentii su di me quella oliosa sostanza che si chiama petrolio, ma una cosa è sicura, da grande studierò per diventare un'ambientalista e salvare il mare dall'uomo e forse anche l'uomo da se stesso.

mercoledì 16 febbraio 2011

I bambini e il girotondo.

C'era una volta tanti anni fa in un paese, bellissimo, bagnato dal mare e attraversato da fiumi perenni, un popolo di uomini e donne che vivevano tutti insieme nella città di Ponga Ponga. Questo paese stupendo e ricco di piante tropicali, era l'orgoglio di tutti i cittadini, perchè non esisteva disordine e caos ma tutti vivevano rapporti schietti e sinceri, grazie anche al Sindaco, eletto dal popolo che si chiamava, Giustino.
Un giorno, mentre Giustino era partito per una conferenza internazionale, sul tema "la legge è uguale per tutti", arrivò, con un calesse tutto dorato, trainato da cavalli "pura razza", selezionati nel campo di allevamento, gestito da Manganello, un uomo, dai capelli tutti brillantinati, il sorriso da AZ e le mani delicate come quelle di un 20nne in cerca di impiego redditizio; era il sultano di Sodoma. La gente era meravigliata, incantata, senza parole e ogni volta che incrociava il suo sguardo rimaneva paralizzata nel contemplare si tale bellezza. Il Sultano scese dal calesse trainato dai suddetti cavalli, accompagnato dai suoi tre servitori, Fattosolo, Scendogiù e Meloinvento. Il sultano aveva anche un cane, che lo seguiva passo passo il suo nome era Fido. Il suo intento era chiaro, spodestare Giustino e salire al potere con la forza dell'inganno. 
Iniziò a cambiare le regole e scrisse un decreto, firmato dalla corte, che aveva eletto, grazie alla sovranità (sua) e non del popolo, che ignorante com'era, cominciò a sperare in lui, perchè aveva promesso a tutti amore, pace e ricchezza, in soli 10 anni.
Cominciò così il periodo del sultano, Movifrego, che aveva l'abilità di trasformare ogni cosa che toccava, in cenere e morte.
Nel paese, intanto, tutti coloro che avevano ancora un po' di ragione, cominciarono a sospettare, delle sue intenzioni, già quando era riuscito a cambiare la notte in giorno e il giorno in notte.
Così un gruppo dei più coraggiosi, decise di cominciare una protesta, contro la tirannia del sultano, e nelle piazze tanti colori, canti di allegria, per cercare di riportare il giorno al giorno e la notte alla notte ... ma lui non mollava.
Finalmente i più intelligenti decisero di unirsi e formare una specie di comitato per discutere le soluzioni, circa l'affrontamento della situazione in termini di democrazia e dialogo, ma era difficile questa strada perchè Movifrego, aveva il potere di confondere i pensieri e se uno pensava in bene, il sultano riusciva a ribaltare il proposito tanto che l'uomo poi agiva, contrariamente a quanto aveva inizialmente elaborato nella sua mente ... era un problema che però non riguardava i bambini immuni alle magie del tiranno stregone.
Quindi decisero di chiamare i maghi di tutto il mondo per risolvere il problema e sconfiggere definitivamente il sultano mago. Si riunirono in una grande pianura, dentro una tenda gialla, attorno ad un tavolo grande e spazioso e tutti discutevano animatamente. Il mago dell'acqua propose di inondare la città, ma questo sarebbe stato un guaio perché questa soluzione drastica avrebbe causato vittime e disagio. Il mago del fuoco propose un'eruzione vulcanica mai vista prima ma anche questa soluzione fu scartata. Il mago della terra propose di aprire una voragine nella terra e risucchiare così tutti ma niente da fare ... 
Mentre il tempo passava discutendo animatamente, il sultano faceva i propri comodi. I bambini del paese intanto (sappiamo come sono i bambini spensierati e giocherelloni), giocavano nella piazza del paese a giro giro tondo e cantavano: "giro giro tondo, il mondo è rotondo, il mare s'è placato, il fuoco s'è smorzato. Giro giro tondo, il mondo è rotondo, la terra è tutta uguale, l'uomo è mortale. Giro giro tondo, il mondo è rotondo, il vento ha fischiato, il vecchio ha parlato. Giro giro tondo, il mondo è rotondo, la riva è abitata, la barca è arenata. Giro giro tondo, il mondo è rotondo, il bianco è come il nero, accogliere davvero. Giro giro tondo, il mondo è rotondo, la luna è sempre quella, dall'Asia alla tua terra. Giro giro tondo, il modo è rotondo, la religione mia è come quella tua. Giro giro tondo, il mondo è rotondo, il sole è salito, la luce ha trionfato ... mentre i bambini cantavano nel giro tondo, la loro voce arrivò fino alla tenda. I maghi e gli uomini intelligenti capirono che non bisognava stare lì a discutere come eliminare il sultano, ma cercare una proposta più forte, per farlo scappare con la coda tra le gambe. 
Finalmente capirono che il problema non era il sultano ma l'assenza di ideali forti da offrire alla gente per scorgere anche nella foschia delle nubi causate dalla malvagità del tiranno, uno spiraglio di sole, a cui aggrapparsi per vincere il male con il bene e non usare, la sua stessa arma.
E' così che fu vinto il sultano Movifrego. Il giorno che il popolo capì di essere popolo, tornò anche il sindaco Giustino e un lampo colpì il calesse del sultano, trainato dai cavalli allevati da Manganello. Il sultano divenne, un soffio di polvere, trasportato poi via dal vento e i cavalli furono liberati e si trasformarono in potenti soldati con armature dorate. Ancora oggi essi sorvegliano l'ingresso del paese perché nessun altro sultano possa spadroneggiare sul popolo di Ponga Ponga e permettere così ai bambini di continuare il girotondo. I due soldati si chiamano Costituto e Azionato.

Carpe diem (vivi il presente e sarai felice)

Solo vivere il presente senza distrazioni può rendere felici. Ebbene sì. A chi non è accaduto diesser stato richiamato sulla terra mentre, lo sguardo perso nel vuoto, stava viaggiando tra i propri pensieri?


Essere contemporaneamente qui e altrove, il corpo in un luogo, la mente in un altro è causa di profonda insoddisfazione e di infelicità. A sostenerlo è una ricerca svolta da Killingsworth e Gilbert, due psicologi della Harvard University e pubblicata sulla rivista Science. 

Gli studiosi hanno selezionato un gruppo di 2250 volontari ed elaborato una applicazione iPhonegrazie alla quale i soggetti coinvolti nella ricerca venivano contattati casualmente per sapere cosa stessero facendo in quel momento, quali pensieri impegnassero la loro mente e se fossero felici o meno. I risultati? Il 46,9% delle volte la mente dei soggetti era altrove. Ciò significa che, mentre passeggiavano, mangiavano, erano davanti la televisione, questi volontari non erano pienamente immersi nell’attività svolta, la loro mente era perduta in spazi iperuranici o nell’infinitamente piccolo, in una parola: assente.

Per quanto riguarda lo stato di felicità vissuto, le persone coinvolte nello studio si sono dichiarate felici quando praticavano un’attività sportiva, conversavano o facevano l’amore, mentre erano infelici al lavoro, a casa davanti al computer e persino durante i momenti di riposo. Il dato interessante emerso dalla ricerca e che merita una riflessione è che sullo stato di felicità o infelicità il vagare della mente influisce in maniera molto più determinante rispetto all’attività concreta svolta. Killingsworth sostiene che "Il vagare della mente si verifica durante tutte le attività. E questo studio mostra che la nostra vita è pervasa, in misura davvero notevole, dal 'non-presente. Di fatto, la frequenza con cui la nostra mente abbandona il qui e ora tende a essere predittivo dello stato di felicità più dell'attività in cui si è impegnati."


Tradotto in dati numerici, ciò significa che l’attività concreta svolta incide sulla felicità di una persona per il 4,6%, mentre i viaggi della mente, persa nei suoi labirinti, influiscono per il 10,8%. Siamo allora soprattutto ciò che pensiamo? Aristotele definiva l’uomo come un animale razionale: è vero che lo sviluppo delle facoltà intellettive, la capacità di ragionare distinguono l’uomo dal regno animale, ma dobbiamo anche stare attenti.
Lo studio ha dimostrato che un pensiero totalmente avulso dalla realtà materiale vissuta è la causa e non la conseguenza dell’insoddisfazione. La capacità di progettare, di guardare oltre ci consente di dare un senso pieno al nostro oggi, ma forse c’è bisogno di imparare a rivalutare la banalità del quotidiano. 


Dobbiamo allenarci a provare di nuovo la felicità dei bambini che giocano: sono totalmente immersi nelle loro azioni, interamente presenti a loro stessi ed al momento che vivono. Non è un esortazione all’irresponsabilità, ma un invito a cogliere ed apprezzare il sollievo, la serenità e persino la gioia che ci viene dalle azioni quotidiane, anche le più semplici ed ordinarie, quando le viviamo nella consapevolezza che sono il nostro presente, sono parte della nostra storia, di noi.

lunedì 14 febbraio 2011

Il pizzo che uccide la libertà



L’estorsione è una forma di reato in cui un soggetto costringe, con la violenza o con la minaccia, una o più persone a fare o ad omettere qualche cosa procurandosi un profitto illegittimo. Tale reato è sancito nell’ articolo 629 del codice penale. Il pizzo (o racket) è una forma di estorsione. Esso consiste in un”attività criminosa con lo scopo di ottenere un beneficio economico da un imprenditore in cambio di una “protezione”.
Il pizzo non è attività fondamentale e prevalente delle mafie, ma sicuramente indispensabile.  I profitti di tale attività criminosa sono marginali, ma non vi è gruppo criminale organizzato in Italia che non si applichi nella richiesta del pizzo. Il pentito Gaspare Mutolo ha spiegato ai magistrati che l’estorsione è ormai un “prestigio” per la mafia perchè si entra in contatto con gli imprenditori.
Oggetto dell’estorsione è sempre e solo attività commerciali in buona stato e mai in crisi, in fallimento o in liquidazione,  la mafia non spreme dove sa che non c’è niente da spremere.
Spiega Tano Grasso:
Il racket contiene per intero, al proprio interno e nel suo esercizio, tutte le componenti della fenomenologia mafiosa. E’ un delitto che può essere consumato soltanto se chi lo esercita riesce a impaurire in modo significativo e continuo. Nessuno può presentarsi in un negozio per chiedere il pizzo se non ha fama di uomo in grado di scatenare la propria forza violenta e di contenere quella degli altri. Questa capacità intimidatoria deve e può svilupparsi solo in un territorio dove la sicurezza personale e dei propri beni è incerta o così viene percepita.
Colui che ‘estorce è un soggetto che gode di una certa reputazione o in alternativa è mandato da qualcuno che ha prestigio. Un commerciante di Napoli che all’apertura del negozio scopre che è stato oggetto di atti vandalici o di furto, già immagina che presto si presenteranno degli uomini che con la solita frase “siamo gli amici” o “ci manda ….”, ancora “ti devi mettere a posto per la tua sicurezza”. Anche se ormai nei quartieri napoletani ancora prima di aprire un’attività commerciale, il futuro imprenditore già sa a chi dovrà pagare.  Un commerciante di Firenze che all’apertura del negozio scopre che è stato oggetto di atti vandalici o di furto, non immaginerà mai che possa essere stata una forma d’intimidazione da parte della criminalità organizzata, perchè Firenze non ha una presenza della mafia tale da paragonarla a Napoli. Tano Grasso vuole spiegare che  è la percezione del fenomeno che cambia da un cittadino di Firenze e un altro di Napoli. L’estorsione è attività della mafia soprattutto nei territori in cui essa ha un controllo primario. Essa esercita un forma di controllo sul territorio e l’imprenditore è sempre a conoscenza del soggetto che gli fa la richiesta. La mafia si presenta, fa intimidazione, nella peggiore dei casi minaccia e infine estorce; maggiore è il radicamento storico minore sarà l’intimidazione nei confronti dell’imprenditore.  Vale la pena ricordare che si possono avere interessi e capitali mafiosi anche non avendo la presenza fisica della mafia; Giovanni Falcone ci ha anche insegnato che i soldi della mafia, prima o poi richiedono la presenza e i metodi dei mafiosi.
Colui che paga: accetta la forma di controllo,  finanzia la mafia e quindi la fa crescere, in conclusione, accetta socialmente il mafioso.

Lettera di Martina a Paolo Borsellino

La storia di Berlusconi (I processi)


Bugie sulla loggia P2 (falsa testimonianza)
Tangenti alla Guardia di Finanza (corruzione)
I grado: condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate (niente attenuanti generiche). Appello: prescrizione per tre tangenti (grazie alle attenuanti generiche), assoluzione con formula dubitativa (comma II art.530 c.p.p) per la quarta. Nelle motivazioni si legge: "Il giudizio di colpevolezza dell'imputato poggia su molteplici elementi indiziari, certi, univoci, precisi e concordanti, per ciò dotati di rilevante forza persuasiva, tali da assumere valenza probatoria". Cassazione: assoluzione. La motivazione contiene due riferimenti alla classica insufficienza di prove. La Cassazione non può entrare dichiaratamente nel merito, né dunque annullare la sentenza precedente con formula dubitativa: deve emettere un verdetto secco (conferma oppure annulla). Ma nella motivazione i giudici della VI sezione penale rimandano esplicitamente all'"articolo 530 cpv": dove "cpv" significa "capoverso", cioè comma 2 ("prova contraddittoria o insufficiente"). A 12 righe dalla fine, a scanso di equivoci, i supremi giudici hanno voluto essere ancora più chiari. Si legge infatti: "Tenuto conto di quanto già osservato sulla insufficienza probatoria, nei confronti di Berlusconi, del materiale indiziario utilizzato dalla Corte d'appello...".
All Iberian 1 (finanziamento illecito ai partiti)
I grado: condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 miliardi versati estero su estero, tramite il conto All Iberian, a Bettino Craxi. Appello: il reato cade in prescrizione, ma c'è: "per nessuno degli imputati emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza". Cassazione: prescrizione confermata, con condanna al pagamento delle 11 spese processuali. Nella sentenza definitiva tra l'altro si legge: "Le operazioni societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero su estero dal conto intestato alla All Iberian al conto di transito Northern Holding [Craxi] furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con il rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente. [.] Non emerge negli atti processuali l'estraneità dell'imputato".
All Iberian 2 (falso in bilancio)
Processo sospeso in attesa che sulla legittimità delle nuove norme in materia di reati societari approvate dal governo Berlusconi si pronuncino l'Alta Corte di giustizia europea e la Corte costituzionale italiana. Se le eccezioni sollevate da vari tribunali verranno respinte, il reato sarà dichiarato prescritto.
Medusa Cinema (falso in bilancio)
I grado: condanna a 1 anno e 4 mesi (10 miliardi di fondi neri che, grazie alla compravendita, vengono accantonati su una serie di libretti al portatore di Silvio Berlusconi). Appello: assoluzione con formula dubitativa (comma 2 art. 530). Berlusconi, secondo il collegio è così ricco che potrebbe anche non essersi reso conto di come, nel corso della compravendita, il suo collaboratore Carlo Bernasconi (condannato) gli abbia versato 10 miliardi di lire in nero. Scrivono i giudici: "La molteplicità dei libretti riconducibili alla famiglia Berlusconi e le notorie rilevanti dimensioni del patrimonio di Berlusconi postulano l'impossibilità di conoscenza sia dell'incremento sia soprattutto dell'origine dello stesso". Cassazione: sentenza d'appello confermata.
Terreni di Macherio (appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio)
I grado: assoluzione dall'appropriazione indebita e dalla frode fiscale (per 4.4 miliardi di lire pagati in nero all'ex proprietario dei terreni che circondano la villa di Macherio, dove vivono la moglie Veronica e i tre figli di secondo letto), prescrizione per i falsi in bilancio di due società ai quali "indubbiamente ha concorso Berlusconi". Appello: confermata l'assoluzione dalle prime due accuse. Assoluzione anche dal primo dei due falsi in bilancio, mentre il secondo rimane ma è coperto da amnistia. Cassazione: in corso.
Caso Lentini (falso in bilancio)
I grado: il reato (10 miliardi versati in nero al Torino Calcio in occasione dell'acquisto del giocatore Luigi Lentini) è stato dichiarato prescritto grazie alla nuova legge sul falso in bilancio. Appello: in corso.
Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio)
Il gip Fabio Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base della nuova legge sul falso in bilancio, i 1500 miliardi di lire di presunti fondi neri accantonati 12 dal gruppo Berlusconi su 64 off-shore della galassia All Iberian (comparto B della Fininvest). Il pm Francesco Greco ha presentato ricorso in Cassazione perché la mancata fissazione dell'udienza preliminare gli ha impedito di sollevare un'eccezione d'incostituzionalità e di incompatibilità con le direttive comunitarie delle nuove norme sui reati societari e con il trattato dell'Ocse.
Lodo Mondadori (corruzione giudiziaria)
Grazie alla concessione delle attenuanti generiche il reato - che in primo grado ha portato alla condanna di Cesare Previti - è stato dichiarato prescritto dalla Corte d'Appello di Milano e dalla Corte di Cassazione. Nelle motivazioni della Cassazione, tra l'altro, si legge: "il rilievo dato [per concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita sociale ed individuale del soggetto [Berlusconi è diventato presidente del Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo, non appare per nulla incongruo.".

Sme-Ariosto (corruzione giudiziaria)
A causa dei continui "impedimenti istituzionali" sollevati da Berlusconi e dei conseguenti rinvii delle udienze, la posizione del premier è stata stralciata dal processo principale. Ed è stato creato un processo parallelo, che però Berlusconi ha sospeso fino al termine del suo incarico (o sine die, in caso di rielezione o di nomina ad altra carica istituzionale) facendo approvare a tempo di record il Lodo Maccanico, proprio alla vigilia della requisitoria, delle arringhe e della sentenza, e a 40 mesi dall'inizio del dibattimento.
Sme-Ariosto (falso in bilancio)
In seguito all'entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario, questo capo d'imputazione contestato a Berlusconi per il denaro versato - secondo l'accusa- ad alcuni giudici, è stato stralciato. Il processo è fermo in attesa che l'Alta Corte di giustizia europea si pronunci sulla conformità tra le nuove regole e le normative comunitarie. Ma, anche in caso di risposta positiva per i giudici, resterà bloccato per il Lodo Maccanico. Come tutti gli altri procedimenti ancora in corso a carico di Silvio Berlusconi.
Diritti televisivi (falso in bilancio -?- e frode fiscale)
Indagini preliminari in corso alla Procura di Milano (pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale), a carico di numerosi manager del gruppo, più il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il titolare Silvio Berlusconi, il quale - secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo l'ingresso in politica nel '94 ad esercitare di fatto il ruolo di dominus dell'azienda. Oggetto dell'indagine: una serie di operazioni finanziarie di acquisto di diritti cinematografici e televisivi da majors americane, con vorticosi passaggi fra una società estera e l'altra del gruppo Berlusconi, con il risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni compravenduti e beneficiare di sconti fiscali previsti dalla legge Tremonti, approvata dal primo governo dello stesso Berlusconi per detassare gli utili reinvestiti dalle imprese. Un presunto falso in bilancio che i magistrati valutano in circa 180 milioni di euro nel 1994.
Telecinco (violazione delle leggi antitrust e frode fiscale in Spagna)
Il giudice anticorruzione di Madrid Baltasàr Garzòn Real, dopo aver chiesto nel 2001 al governo italiano di processare Berlusconi o, in alternativa, di privarlo dell'immunità in modo di poterlo giudicare in Spagna, non ha ancora ricevuto risposta. Per questo il procuratore anticorruzione Carlo Castresana, nel maggio 2002, ha pregato Garzòn di rivolgersi di nuovo alle autorità italiane. Berlusconi in Spagna è accusato - insieme a Marcello Dell'Utri e ad altri dirigenti del gruppo Fininvest - di aver posseduto, grazie a una serie di prestanomi e di operazioni finanziarie illecite, il controllo pressoché totalitario dell'emittente Telecinco eccedenti rispetto ai limiti dell'antitrust spagnola, negli anni in cui il tetto massimo era del 25 per cento delle quote azionarie.
Mafia (concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco)
Indagini archiviate a Palermo su richiesta della Procura per scadenza dei termini massimi concessi per indagare.
Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage)
Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui presunti "mandanti a volto coperto" delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (Milano, Firenze e Roma) sono state archiviate per scadenza dei termini d'indagine. A Firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe Soresina ha però rilevato come Berlusconi e Dell'Utri abbiano "intrattenuto rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato". Cioè con il clan corleonese che da vent'anni guida Cosa Nostra, con centinaia di omicidi e una mezza dozzina di stragi. Aggiunge il giudice fiorentino che esiste "una obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione [Forza Italia]: articolo 41 bis, legislazione sui collaboratori di giustizia, recupero del garantismo processuale asseritamente trascurato dalla legislazione dei primi anni 90". Poi aggiunge che, nel corso delle indagini, addirittura "l'ipotesi iniziale [di un coinvolgi- mento di Berlusconi e dell'Utri nelle stragi] ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità". Ma purtroppo è scaduto "il termine massimo delle indagini preliminari" prima di poter raccogliere ulteriori elementi. Il gip di Caltanissetta Giovanni Battista Tona ha scritto: "Gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati [Berlusconi e Dell'Utri]. Ciò di per sé legittima l'ipotesi che, in considera- zione del prestigio di Berlusconi e Dell'Utri, essi possano essere stati individuati dagli uomini dell'organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori". Ma "la friabilità del quadro indiziario impone l'archiviazione". C'è, infine, la sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta, che il 23 giugno 2001 ha condannato 37 boss mafiosi per la strage di Capaci: nel 14 capitolo intitolato esplicitamente "I contatti tra Salvatore Riina e gli on. Dell'Utri e Berlusconi", si legge che è provato che la mafia intrecciò con i due "un rapporto fruttuoso quanto meno sotto il profilo economico". Talmente fruttuoso che poi, nel 1992, "il progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava a realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della politica e dell'economia". Cioè a "indurre nella trattativa lo Stato ovvero a consentire un ricambio politico che, attraverso nuovi rapporti, assicurasse come nel passato le complicità di cui Cosa Nostra aveva beneficiato".
La Corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2, ma il reato è coperto dall'amnistia del 1989. Interrogato sotto giuramento Berlusconi aveva detto: "Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo [.]. Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata richiesta". Berlusconi però si era iscritto alla P2 nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e aveva pagato la sua quota. Così i giudici della Corte d'appello di Venezia scrivono: "Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità [.], smentite dalle risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese del prevenuto avanti al giudice istruttore di Milano, e mai contestate [.]. Ne consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso", rilasciato "dichiarazioni menzognere" e "compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza". Ma "il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia".

Berlusconi interrompe il Papa [L'ORIGINALE]

sabato 12 febbraio 2011

La coerenza è una danza che non balli in latitanza!!!

Sii coerente, non farti ingabbiare
stai attento alla pigrizia mentale!!! 
Lotta, spera e sogna la libertà non è cuccagna. 
la  mafia non sta in sicilia ma nella mente di noi italiani 
quando preferiamo gli intrallazzi ai soldi sani.

L'0peraio s'è assopito gli han promesso il salariato
ma lui sa che non è vero 
così s'arrende perchè sta solo 
dalla linea non si potrà spostare 
finché i prodotti non andrà a terminare.

L'imprenditore s'è zittito, perchè il pizzo ha pagato
l'altra notte han bussato e una pallottola ha trovato
aveva fatto il legale in questura a denunciare
ma non c'è tempo di pensare o ti ammolli o devi crepare

L'altro giorno al comune han rubato anche il lume
non si vede più una luce, la ragione ha preso il largo
s'è trasferita in altro luogo dove non si va in letargo .

Attenzione cari amici in Egitto l'uomo è tosto
ha deciso di lottare 18 giorni col dittatore
e quell'uomo s'è stranito, ha dimesso il suo partito
quando lotti per liberare anche il vecchio vuol brindare

Ma c'è un fatto ancor più grave 
qui in italia non c'è il lavoro
se vuoi andare a far domanda devi aver bella presenza
non puoi dire il tuo cognome ma sicuro il suo nome
di quell'uomo che t'ha indicato il percorso privilegiato.

La tua laurea non è bastata per raggiungere la meta
nel paese di Falcone Borsellino e Impastato
se vuoi avere il tuo posto non ci basta il concorso
c'è il politico alla porta compratore di onestà
che ti offre un lavoro se prometti fedeltà.

Chi fa spesa ancor peggiore di codesta situazione
nella terra di nessuno l'uomo pensa al predominio
è la donna che può sfondare solo se saprà pagare

in natura mi chiarisco non galline da brodaglia 
ma la dote assai migliore che gli dà nostro Signore
Se non paga in quel senso che non spiego più di tanto
quella donna  sarà vittima della mente maschilista

a noi questo non sta bene vorremmo dire tutti insieme
ci vorrebbe quella cosa che non ha odor di rosa
ma di li libertà trovata nella lotta quotidiana 
dove l'uomo e la donna hann diritto sacrosanto 
di andare a far pipì anche nello stesso bagno

Ma non basta la cadenza della rima assai baciata
per dire che l'Italia è una terra martoriata
Io consiglio a ciascuno di far leva sul pensiero
e trovare il coraggio di tornare a dire il vero

la strada che si apre non è sicuro la più bella 
per noi che cerchiamo spesso il guadagno su ogni cosa
ma la lotta non conduce alla solita ingerenza
perché chiede ad ognuno di giocare con coerenza.





giovedì 10 febbraio 2011

Il nano e la scatola magica

C'era una volta tanto tempo fa un nano che viveva in un piccolo paese, con il sole più piccolo, le montagne come colline e le colline come pianure. Questo nano, che non voleva essere nano e che quindi soffriva di complessi di inferiorità decise di fare successo per conquistare la stima della gente visto che non aveva stima di se stesso. Un giorno mentre era affacciato dalla finestra vide il quarto nano il quinto nano e il nano uno; allora disse: "ecco finalmente non sono solo ci sono altri nani come me. Bene!!" Il piccolo nano comincio di corsa a scendere le scale, una per volta però, cari bambini perché il nano faceva passi nani e la sua corsa era come il passo di un fanciullo che corre dietro ad una palla con un piede ingessato. "FERMI FERMI, quarto, quinto e primo - esclamò con tutta la sua voce - vorrei presentarmi io sono il nano e vorrei presentarvi il mio progetto, costituire con voi una società con voi se vi va, ma anche se non siete d'accordo, perché è vero che siete nani come me ma io sono più alto di voi". I nani quarto, quinto e primo lo guardarono ammutoliti, erano senza parole, non sapevano più cosa dire e quindi non potendo rispondere a questa stranissima affermazione acconsentirono e poi con l'entusiasmo forzato di chi è consapevole che col nano o si sta o non si va avanti dissero "DAI!! COSA VUOI CHE FACCIAMO PER TE?". Il nano comincio a presentare il suo progetto che consisteva nel comunicare al mondo intero le sue intenzioni. i nani che lo ascoltavano impressionati e sbalorditi, non dissero nulla, si lasciarono incantare dalla sua voce sinuosa e calda, dolce come il suono del flauto del pifferaio magico. OH! CHE BELLA COSA - esclamarono in coro i nani quarto, quinto e primo, per fortuna abbiamo trovato lui che ci da ogni risposta e ci aiuta a passare il tempo.
Il nano però non disse tutto, la sua unica intenzione era quella di costruire una scatola magica, un contenitore per imprigionare la libertà delle persone, in modo tale che tutti avrebbero ascoltato i suoi discorsi senza poter pensare.
appena la scatola fu pronta il nano salì su uno sgabello e sembrando più alto cominciò a dire a tutto il mondo che ogni uomo poteva diventare alto come lui. Le persone del piccolo mondo, private del pensiero e della libertà credettero a tutto quello che il nano diceva e rimanevano stupiti e meravigliati per la bravura dei suoi giochi di prestigio. passarono 5, 10, 15 anni e il nano diventava sempre più famoso, e mentre i nani quarto quinto e primo invecchiavano, festeggiando ogni anno il compleanno, lui rimaneva sempre giovane e forte. Ma un bel giorno, arrivò un nano da un paese lontano che montava sempre in tutte le piazze il suo teatro di marionette, che parlavano delle cose viste nei paesi già visitati, di monti alti come monti, di colli alti come colli e di pianure piatte come pianure, e poi parlava di libertà, di impegno nella vita, di responsabilità, ma il nano girovago e marionettista dovette andare via subito perché in quel paese la gente nana era rimasta tutta impressionata da quella scatola magica e dal nano che salito sullo sgabello aveva fatto credere a tutti che non conta ciò che è reale ma ciò che si vuol far vedere.

Alzati e Parti


Alzati e parti dal tuo nascondiglio esci e vedi
una nuova giostra di colori si muove attorno a te
il passo si fa cadente al ritmo del vento.

Alzati e parti apri gli occhi e sogna, chiudi gli occhi e senti
un mare dentro ti attraversa, una sensazione si rinnova
e tu sei vivo e gridi e tu sei vivo e speri.

Alzati e parti il mare di cattura lo sguardo
il sole ti accalora i pensieri
la luna ti bacia le guance entrambe.

Alzati e parti una canzone ti suona dentro
la voce del cercato infinito ti sorregge
e tu sei vivo e tu sei presente.

Alzati e parti una stella ti accompagna
la notte si fa tetra ma nel cuore c'è la luce
una meta da raggiungere e tu cammini sorridente.

Alzati e parti, non contieni l'eterno
il suo fiume straripa alla foce
e tu diventi parte di esso.

Alzati e parti non lasciarti atterrire
la paura è un'ombra ma la luce la dissolve
e tu camminando trattieni il respiro.

Alzati e parti la tua strada
non è chiara ma la voce ti cattura
tu la senti dalla pancia che ti sale fino in gola.

Ora non far caso a quel che dicono
tutti loro che son venuti
tu sei tu e nessun'altro, bene allora ALZATI E PARTI

Girasoli


Sono un girasole
cerco un po di sole
ma lui se ne è andato, ha preso ed è partiro.

Vorrei la luce del sole
ogni istante farmi scaldare
rimanere tra i suoi raggi
per sorridere sulle paure.

Poi scopro che il sole non parte
rimane lì tra le nuvole  marte.
allora capisco dov'è l'errore
non è andato via il sole
ma s'è clissato il cuore.